Breve descrizione del progetto
Il Progetto “Insieme” si pone l’obiettivo di sostenere le famiglie di persone con demenza che ricorrono a personale di assistenza privato e, contemporaneamente, le persone che si offrono per questo tipo di attività. Il progetto prevede di sperimentare e sviluppare azioni specifiche per facilitare l’inserimento e la permanenza di un assistente privato nella famiglia, azioni che, tenendo conto delle specificità del problema demenza, partono dalla valutazione dei bisogni delle persone coinvolte.
La famiglia viene affiancata dagli operatori del Centro di Ascolto in un percorso finalizzato all’individuazione del bisogno assistenziale e di una possibile risposta, valutando le condizioni della persona malata e le risorse familiari. Parallelamente, nell’accoglienza dell’assistente familiare, si prevedono incontri volti a valutare la motivazione, l’esperienza e gli eventuali bisogni di integrazione sociale, individuando percorsi personalizzati di approfondimento e formazione.
Particolare attenzione è rivolta alla fase di inserimento dell’assistente nella famiglia, durante la quale si valuta l’opportunità di una supervisione sulle modalità di relazione. Il Progetto tende quindi ad offrire una condivisione di percorsi per l’intera durata del rapporto di lavoro, mantenendo la disponibilità di tutte le competenze del Centro di Ascolto per qualsiasi esigenza.
La realizzazione del Progetto richiede il coinvolgimento, in qualità di partner, dei Soggetti Pubblici e del Terzo Settore interessati.
Una importante finalità del Progetto è la condivisione e il trasferimento degli esiti (contenuti, metodologie, dati raccolti, etc.) verso tutte quelle realtà che possono sviluppare propri progetti o iniziative sul tema.

La Rete dei Centri di Ascolto Alzheimer
L’Aima ha realizzato, nel quadro di progetti di collaborazione con le Società della Salute o i Comuni dei diversi territori, una Rete di Centri di Ascolto Alzheimer sul territorio della Provincia di Firenze e della Provincia di Arezzo, che vede oggi le seguenti sedi:
Firenze
Sesto Fiorentino
Bagno a Ripoli
Pontassieve (di prossima apertura)
Figline Valdarno
Cortona
Terranuova Bracciolini

Il Centro di Ascolto Alzheimer si presenta come un punto di riferimento per i familiari dei malati, dove si offrono occasioni di orientamento, consulenza, sostegno psicologico.
Il Progetto “Insieme” è rivolto ai territori di attività dei Centri di Ascolto della Rete e coinvolge gli operatori, i consulenti ed i volontari che vi operano.
Per costruire una modalità di lavoro in rete dei Centri di Ascolto, l’Aima sta realizzando co il contributo del CESVOT, un progetto che è risultato vincitore dei Percorsi di Innovazione 2004.
Negli ultimi anni, sempre più i Centri di Ascolto hanno lavorato per far incontrare le persone disposte a lavorare privatamente nella cura della persona con Alzheimer e le famiglie che hanno bisogno di assistenza. L’Aima ritiene necessario oggi avviare un progetto specifico su questo tema, condividendo l’attenzione che altri soggetti, Enti Pubblici o Associazioni, dedicano a questa risorsa assistenziale. In particolare, si assiste ad una crescita di occasioni di formazione per persone interessate a svolgere il ruolo di Assistente Familiare Privato. Dall’altro lato, il Comune di Firenze sta avviando un progetto che prevede l’erogazione di un contributo economico alle famiglie che ricorrono a questa risorsa per la cura di una persona non autosufficiente. Si prevede quindi una notevole crescita del numero di persone disposte a svolgere questo lavoro.
In questo quadro, l’Aima si propone di svolgere una attività che porti all’incontro dei bisogni della famiglia con quelli dell”Assistente” Considerato che l’Assistente Privato, nella maggioranza dei casi, è una donna immigrata, l’Aima intende coinvolgere nel progetto associazioni che si occupano della promozione dell’Integrazione Sociale.

Analisi del bisogno sociale
Il crescente invecchiamento della popolazione nel nostro paese conduce ad un aumento dei casi di malattia di Alzheimer e altre forme di demenza. Sulla base dei dati demografici (ISTAT) e dei dati di prevalenza dello Studio Epidemiologico ILSA, in Toscana si stimano circa 50.000 casi di demenza di cui circa la metà sono casi di Alzheimer.
I casi di Demenza si presentano con le caratteristiche di casi complessi. La malattia, cronica e degenerativa, con un decorso che può superare i 10 anni, richiede un’assistenza che coinvolge diverse responsabilità e competenze. I servizi sociosanitari del territorio devono affrontare percorsi di innovazione per poter offrire risposte adeguate ai bisogni. La pesante ripercussione della malattia sulla vita del nucleo familiare fa sì che le risorse dei servizi debbano essere integrate con quelle della famiglia e della comunità. I modelli organizzativi dei servizi devono essere mirati alla permanenza, quando possibile, della persona malata nel proprio domicilio, perché questa condizione favorisce la stabilizzazione dei sintomi e il mantenimento delle funzioni. Per garantire la compatibilità tra i bisogni di assistenza e cura della persona malata con le esigenze di lavoro e di vita di relazione dei suoi familiari, è necessario far convergere sulla famiglia competenze e interventi. Una copertura dell’assistenza a domicilio che presto arriva alle 24 ore richiede spesso il ricorso a risorse assistenziali private con un ruolo integrativo rispetto alle risorse della famiglia che vanno salvaguardate e protette. Le particolarità della demenza, che si presenta con gravi sintomi cognitivi, funzionali e comportamentali, pongono una esigenza di orientamento, formazione e supervisione sia per la famiglia che per l’assistente familiare. La costruzione del rapporto tra la famiglia e l’assistente familiare deve essere affrontato non semplicemente sul piano contrattuale, ma anche su quello delle competenze e delle relazioni. Se da un lato la famiglia deve essere orientata ad “accogliere” l’assistente, dall’altro l’assistente, che nella maggior parte dei casi è persona di altra cultura, deve essere sostenuto nel processo di integrazione sia all’interno del nucleo familiare, sia nella società. Si delinea in tal modo un’ipotesi di progetto che preveda interventi articolati costruiti sull’obiettivo della qualità della vita e informati al valore della persona, sia essa il malato, il suo familiare o l’assistente.
In questi ultimi anni di attività la Rete dei Centri di Ascolto Alzheimer ha ricevuto molte richieste di personale per l’assistenza privata da parte dei familiari, da un lato, e molte offerte di lavoro per l’assistenza, prevalentemente da parte di donne immigrate, dall’altro. Una stima quantitativa può essere fatta considerando che nel corso del 2004 il Centro di Ascolto di Firenze ha accolto circa 1000 famiglie, delle quali circa il 10% ha espresso esplicite richieste di lavoro di assistente familiare. L’offerta di lavoro arrivata spontaneamente al Centro di Ascolto è stata più o meno dello stesso ordine. L’attività della Rete dei Centri di Ascolto ha offerto importanti occasioni per osservare le difficoltà incontrate dalle famiglie nella ricerca e nell’inserimento di questa figura nel nucleo familiare, difficoltà non solo di tipo pratico (ricerca dei nominativi, selezione, assunzione, etc.), ma anche relazionale. Inoltre le persone che prestano il lavoro di assistente sono spesso prive di riferimenti e non adeguatamente sostenute nel loro ruolo, in particolare nel percorso di integrazione all’interno della famiglia e della società. L’esperienza fatta in questo campo nella Rete dei Centri di Ascolto ha evidenziato l’esigenza di strutturare un progetto specifico con la dovuta articolazione e il necessario coinvolgimento di altri soggetti quali i Centri per l’impiego, le Reti di Solidarietà, le Associazioni e altri soggetti pubblici o privati che già si occupano del problema dell’avvio al lavoro di assistente familiare nel settore più ampio delle non autosufficienze.

Finalità del Progetto “Insieme”
Il Progetto si propone di:
1)Dal punto di vista delle famiglie:

  • Raccogliere il bisogno di assistenza della famiglia, con particolare attenzione alle specifiche risorse e competenze richieste per l’assistenza e all’inserimento dell’operatore nel nucleo familiare;

2) Dal punto di vista degli operatori:

  • Raccogliere le richieste di lavoro, con particolare attenzione all’esperienza e alle competenze possedute;
  • Programmare un breve ciclo di incontri di formazione, individuali o di gruppo, sulle problematiche assistenziali della demenza;
  • Valutare le esigenze di supporto all’integrazione sociale che potrebbero essere offerte in collaborazione con altre associazioni attive nel settore;
  • Supervisionare il lavoro di assistenza al fine di facilitare l’integrazione nell’ambiente familiare e a costruire competenze in relazione ai bisogni e alle condizioni della persona malata.

Aspetti innovativi del Progetto “Insieme”
Il Progetto, così formulato, presenta i seguenti caratteri innovativi:

  • Considera il problema dell’incontro tra domanda e offerta non da un punto di vista del mercato del lavoro, ma soprattutto da un punto di vista di bisogni delle persone, siano esse il malato, i suoi familiari o l’assistente privato;
  • Prevede una continuità di relazione tra gli operatori del Centro di Ascolto, la famiglia e l’Assistente Familiare Privato durante lo svolgimento del lavoro;
  • Consente un monitoraggio dei bisogni di assistenza e di lavoro utile a garantire il migliore utilizzo delle risorse private su un ampio ambito territoriale;
  • Consente l’attivazione di collaborazioni con Associazioni che si occupano dell’integrazione sociale di donne immigrate, con enti di servizio che svolgono un ruolo di avvio al lavoro di assistenza o enti locali che si propongono la creazione di albi di assistenti familiari, con agenzie che realizzano progetti di formazione per Assistenti Familiari Privati;

L’Aima considera importante, nel percorso di innovazione della Rete dei Servizi Territoriali per la cura delle malattie croniche, promuovere la massima integrazione di risorse pubbliche, private e del terzo settore. In questa ottica considera la famiglia che si organizza una assistenza ricorrendo a risorse private ancora bisognosa dell’attenzione della Rete di Servizi Pubblici.

Coerenza del Progetto “Insieme” con la programmazione delle Istituzioni
La Regione Toscana ha previsto la figura dell’Assistente Familiare Privato, riconoscendo l’importanza che il ricorso ad essa da parte delle famiglie ha nel quadro degli interventi assistenziali previsti dalla Rete dei Servizi Sociosanitari. La politica sociale della Regione Toscana è informata al valore della permanenza a domicilio della persona anziana, compatibilmente con i suoi bisogni di cura e con il contesto ambientale e familiare. Ai Comuni è lasciata l’iniziativa di predisporre contributi economici per le famiglie che si avvalgono dell’Assistente Familiare Privato per la cura di persone non autosufficienti. La specificità delle forme di assistenza richieste in risposta ai bisogni delle persone con demenza è riconosciuta negli atti legislativi della Regione Toscana a partire dal Piano Sanitario Regionale 1999-2001. Tutte le funzioni svolte dai Centri di Ascolto sono costruite e svolte in modo da offrire risposte e competenze adeguate rispetto alla specificità dei bisogni della demenza. Il Progetto Insieme prevede obiettivi e azioni che sono conformi agli indirizzi della Regione Toscana e alle conseguenti prospettive di adeguamento degli enti locali e degli Enti di Servizio.

Programmazione delle azioni
1)Svolgimento di attività di orientamento alla ricerca di assistenti familiari privati per le famiglie e orientamento al lavoro per gli assistenti familiari (marzo – dicembre);
2)Offerta di occasioni di supervisione individuale alle famiglie e agli assistenti familiari durante il percorso di inserimento e nel corso dell’intera durata del rapporto di lavoro (marzo – dicembre);
3)Offerta di percorsi individuali di formazione al lavoro di assistente familiare per persone con demenza (marzo – dicembre);
4)Offerta di consulenza legali su tematiche inerenti la tutela dei soggetti nell’ambito del rapporto di lavoro (marzo – dicembre);
5)Adeguamento del sistema informatico per la rilevazione e gestione dei dati all’acquisizione di informazioni rilevanti sull’attività svolta (gennaio– aprile);
6)Costruzione e rafforzamento delle relazioni con i soggetti della rete che si occupano di assistenza agli anziani, di formazione, di collocamento al lavoro (gennaio – dicembre);
7)Costruzione di modalità di collaborazione con associazioni che si occupano di integrazione sociale e tutela delle persone di altra cultura (gennaio– dicembre);
8)Produzione di materiale informativo (ad integrazione e nello stesso formato di quello prodotto dall’Associazione sugli altri argomenti) sulla tematica del lavoro di assistenza familiare privato (contratti di lavoro, specificità della cura della persona con demenza, riferimenti sul territorio utili per l’integrazione sociale di persone di altra cultura, etc.) rivolto alle famiglie e agli operatori (ottobre – dicembre);
9)Produzione di materiale informativo (ad integrazione e nello stesso formato di quello prodotto dall’Associazione sugli altri argomenti) sulla tematica del lavoro di assistenza familiare privato (contratti di lavoro, specificità della cura della persona con demenza, riferimenti sul territorio utili per l’integrazione sociale di persone di altra cultura, etc.) rivolto alle famiglie e agli operatori (novembre – dicembre);
10)Definizione delle migliori modalità di intervento per la prosecuzione dell’attività dopo la scadenza del progetto, con una modalità di integrazione con la Rete dei servizi e la Rete sociale (novembre– dicembre);
11)Valutazione risultati (novembre – dicembre)